Sinking Stone di Cristiano Volk fa brillare uno specchio su Venezia; il teatro, la storia, il turismo e gli eccessi di una città tragica; bella ma imperfetta e decadente. Attingendo alle tradizioni del teatro barocco, della scultura, dell’architettura e della pittura, le fotografie di Cristiano brillano di una luce intensa sulle superfici contrastanti e sui residenti della città. Sinking Stone è una Vanitas moderna, che mostra entrambi i lati di Venezia: una città immortalata attraverso la sua storia e il suo turismo e un’isola precaria e instabile che affonda nell’acqua. La costante invasione di turisti crea una sorta di teatro vivente, ricco di momenti e opportunità. Volk si concentra sul linguaggio del corpo, sui gesti e sulle pose di questi stormi, desiderosi di fotografare, posare e registrare con grottesca regolarità, senza penetrare la superficie della città. Il lavoro a colori di Cristiano si riferisce anche alla tecnica pittorica veneziana del ‘tonalismo’, il che significava che la profondità veniva raggiunta mediante l’uso del colore. In Sinking Stone, l’uso del flash e di una tavolozza di colori limitata punta a un fine diverso: lo spazio illusionistico è costantemente sfidato da aree sovraesposte e angoli scomodi. La Venezia di Cristiano appare come una maschera di Gorgone, un volto volgare, quasi travolgente che dietro svela poco. Dopo tutto, vanus, la parola radice latina per la città, significa vuoto.