‘Lo spirito moderno è vivisettivo. La vivisezione stessa è il processo più moderno che si possa concepire. Lo spirito antico accettava i fenomeni con cattiva grazia. Il metodo antico indagava il diritto con la lanterna della giustizia, la morale con la lanterna della rivelazione, l’arte con la lanterna della tradizione. Ma tutte queste lanterne hanno proprietà magiche: si trasformano e sfigurano. Il metodo moderno esamina il suo territorio alla luce del giorno. Così recitava il manifesto modernista di un giovane James Joyce, ex studente di medicina, nel suo Stephen Hero, offrendo un ritratto dell’artista come vivisettore, un voyeur carnale la cui vittima subisce il suo sguardo mentre fa il bisturi del chirurgo. La fotoartista Francesca Catastini esplora la vivisezione come performance estetica. Agendo sia come vittima che come artista, analizza la nozione stessa di scopofilia, cecità e ricerca umana della conoscenza. Presentate come una cornucopia di materiali, le sue fotografie trovate di un vecchio laboratorio di anatomia e studenti delle scuole cieche si mescolano con i frontespizi appropriati dei manuali di anatomia rinascimentale e le sue foto austere ma ironiche per formare una struttura telescopica divisa in sezioni sovrapposte – i capitoli del suo prossimo libro: on guardare, toccare, tagliare e scoprire.’ (Federica Chiocchetti)