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CORPOREA — Alessia Bernardini, Alessandra Calò, Roberto Kusterle, Anna Pontel, Martina Zanin

studiofaganel


21 maggio — 12 giugno 2021

a cura di: Sara Occhipinti, Marco Faganel

graphics: Andrea Occhipinti


studiofaganel presenta Corporea una selezione di opere in cui, attraverso diverse forme, linguaggi e media, il corpo è protagonista.
La figura umana è stata fin dal passato usata per raccontare storie, per dar forma a emozioni e sentimenti, a miti e credenze, per visualizzare principi e concetti.
Il corpo continua ad avere una sua centralità nella ricerca di numerosi artisti, nonostante i tanti e rilevanti movimenti e linguaggi non figurativi nella storia dell’arte, e conserva una sua peculiarità estetica nonostante l’attuale tendenza in cui prevalgono rapporti sempre più smaterializzati, dipendenti dalla virtualità.
Nella società contemporanea il corpo trova diverse nuove forme identitarie, difficili da definire in maniera rigida e certa, cui seguono altrettante forme di rappresentazione: l’arte contemporanea, la fotografia soprattutto, regina nell’espressione per immagini, accompagna questi mutamenti.
Le ricerche e i lavori degli artisti in mostra – Bernardini, Calò, Kusterle, Pontel e Zanin – focalizzano, con costanza e profondità, sul corpo inteso sia nella sua fisicità ed estetica sia come mezzo espressivo e simbolo dell’interiorità.
Un tratto comune ai lavori scelti è l’interesse per le diversità e le specificità e non più, come avveniva in altre epoche artistiche, per il culto del corpo ideale, omologato, universale.


In Pleasure Rocks di Alessia Bernardini il corpo è il mezzo per provare piacere, come suggerisce il titolo stesso ‘il piacere è bello/spacca’. In questa ricerca, sviluppata tra arte visiva e eros in collaborazione con il duo Pornopoetica, varie forme del piacere si possono sperimentare attraverso delle pietre che sono a contatto con alcune parti del corpo delle performers di Pornopoetica.
Kochan di Alessandra Calò fa una riflessione sull’identità di genere, affermando l’importanza della comprensione del proprio corpo e dei propri desideri, conquista necessaria in particolare per ogni donna, subordinata e soggetta a obblighi morali e convenzioni sociali. Il progetto sovrappone una serie di mappe della ‘New York Public Library’ con degli autoritratti dell’autrice che così si concentra sul ruolo da attribuire al proprio corpo, paragonandolo a un territorio da esplorare.
Nelle fotografie scelte di Roberto Kusterle, come in tutta la sua poetica, il corpo interpreta e svela il pensiero dell’artista. I corpi rappresentati si curvano e determinano delle forme, assumono delle pose, si avvolgono in alcune parti con delle vesti, mostrano i segni del tempo sulla pelle, esprimono un’idea da un lato di fusione con lo spazio, dall’altro di tensione, verso movimenti possibili. La resina che ricopre le fotografie conferisce tridimensionalità e invita a un rapporto tattile con l’opera.
Nel lavoro di Anna Pontel il corpo, invece, entra in contatto con Gli oggetti da compagnia. Realizzati all’uncinetto, questi oggetti sono accompagnati da un’illustrazione che, come un bugiardino, ne dimostra l’utilizzo. Pur ricordando qualcosa di vivente, essi sono inanimati e rappresentano una sorta di alternativa più rassicurante, meno rischiosa, ai legami coi propri simili.
Rinnegato di Martina Zanin si sofferma ancora sulle relazioni. E’ un lavoro autobiografico che racconta le problematiche di autostima e i sensi di colpa derivati dalla relazione complicata, a tratti inesistente, con la figura paterna. Il corpo qui è il soggetto centrale di una serie di immagini metaforiche che intendono esprimere sensazioni e ricordi del passato dell’autrice sulla sua relazione con il padre.

Gli ingressi sono ancora contingentati quindi si entrerà a turni in galleria.

È necessario indossare una mascherina.