Stickybeak è la prima monografia completa di Julie Cockburn. Il libro coincide con la mostra personale di Cockburn Telling it slant alla Flowers Gallery di Londra, Regno Unito (12 settembre-2 novembre 2019). ‘Siamo tutti appiccicosi in una certa misura. Molti dei miei eroi ed eroine immaginari passano il loro tempo a fare indagini o, per lo meno, a curiosare negli affari di altre persone; Miss Marple, il tenente Colombo, Margo Leadbetter. Ci sono persino storie di spionaggio nella mia storia familiare non così lontana. Chiunque abbia un account sui social media si impegna in un po’ di appiccicoso becco: è nella natura umana essere curiosi. I lavori in questo libro sono stati realizzati nell’arco di dodici anni, alcuni esperimenti una tantum, altri parte di serie in corso che aggiungo nel tempo. Ogni pezzo è iniziato con la ricerca dell’immagine perfetta, fissandomi dei parametri vagamente rigorosi. Ho selezionato cartoline usate, vecchie fotografie, ex libris con volpi e disegni della mia infanzia. E ognuno di questi trovatelli aveva una storia diversa, una storia sconosciuta o dimenticata da raccontare. Sottoponendosi ai miei interventi, si sono trasformati da silenziosi, ridondanti, orfani in oggetti materiali dal battito rigenerato. Vedo questo libro come una continuazione di quel processo. Gli editori hanno spulciato le centinaia di immagini nel mio archivio nello stesso modo in cui spulcio le pagine dei mercati online o le tabelle confuse delle fiere dei bagagliai delle auto. I miei laboriosi ricami a mano e i miei intricati collage hanno qui un tocco leggero, la sequenza delle immagini allude a una narrativa gentile e umoristica. Lo leggeremo tutti in modo diverso, soffermandoci su quei brani che ci parlano più forte, nella nostra lingua preferita. Ma in generale, questa selezione ridotta, il nostro gioco di conseguenze prescelto, indaga su come vediamo noi stessi e gli altri, e l’ambiguità multistrato della vita.’ (Julie Cockburn)