Thana ha deciso di fare questo libro per capire come è successo tutto: per capire la guerra, la fuga, la transizione e l’ignoto. Non è facile parlare di trauma mentre ci si vive perché non si riesce a riconoscerlo. La creazione di questo lavoro le ha permesso di affrontare il trauma e di affrontarlo alle sue condizioni. Le immagini e le parole servono come un record, un metodo di guarigione per registrare e convalidare le sue emozioni ed esperienze durante la transizione verso l’ignoto. ‘Volevo offrire la mia versione della storia, una che è infusa del mio spirito resiliente_ininterrotto, infallibile e privo di autocommiserazione. Volevo scavalcare le recinzioni e l’ho fatto’. Durante questo viaggio, Thana ha assunto molti ruoli: è la narratrice, la fotografa e la persona che ha vissuto queste esperienze di sfollamento e asilo. Ti dà il potere di raccontare la tua storia al mondo. È liberatorio. Non era sola e quindi sperava di articolare visivamente le lotte delle persone per lasciare i paesi in cui prevalgono condizioni di violenza, guerra e aggressione. Si è concentrata sulle riflessioni dei momenti personali, comprese le testimonianze scritte a mano che catturano le speranze, le paure, i sogni e le lotte.