Dopo aver vissuto per diversi anni nel caos delle influenze che è New York, l’artista visivo Satoshi Tsuchiyama si è reso conto che è Israele il fulcro mondiale della danza contemporanea. Le sue esperienze di lavoro sia con la danza che con manufatti ebraici si sono fuse insieme. Nella sua testa sorsero delle domande: dal momento che la situazione politica è stata a lungo instabile in questa regione ricca di religione e cultura, che tipo di normale vita quotidiana si può trovare lì? Quali colori e profumi conserva un paese come questo, e come appaiono e come si muovono i ballerini sotto l’influenza di un ambiente come questo? Decise di andarci per assistere quotidianamente allo straordinario.

Durante le sue quattro visite in Israele e Palestina nel 2017-19, ha vagato tra sabbia cocente e strade piene di graffiti, ed è salito all’ultimo piano crollato della scuola d’arte. Ha seguito i desideri dei suoi occhi. I ballerini che ha incontrato provenivano da tutto il mondo, ma sembravano condividere lo stesso stato d’animo, la stessa forza che trasudava dal terreno. E la stessa aura accompagnava i loro corpi in una direzione comune. Evitava tutte le aree ad alto rischio di terrore, ma la morte e il carattere casuale della vita erano presenti ovunque andasse. L’energia degli abitanti per sopravvivere era forte e lui ha sperimentato una bellezza singolare in questa prova cruda, dura e vulnerabile di perseveranza e adattamento.