Tutti sanno dell’esistenza di un mare Adriatico – ma esiste una cosa come una “luce adriatica”? Questa potrebbe essere una domanda fondamentale quando guardiamo gli scatti realizzati da Riccardo Fregoso, inizialmente sulle coste abruzzesi e molisane, per poi spostare l’orizzonte verso nord verso le Marche e la Puglia. Adriatico è senza dubbio un viaggio, un movimento per luoghi, la descrizione di una traiettoria per punti, anzi con tanti andirivieni lungo le coste orientali d’Italia. Allo stesso tempo, è una sorta di viatico che può portare a una condizione sovratemporale, pacifica e avvolgente, in cui è facile indugiare a lungo, accamparsi o addirittura perdersi. (Claudio Musso).

Se vuoi trovare l’Italia, nel suo controverso mash-up di gelati, croccantini caramellati e arrosti che non si prefiggono di conquistare, ma semplicemente di esistere, devi andare al centro, nel cuore di esso, cercando di svelare i segreti delle regioni plurali. Ma se vuoi trovare la “Estate Italiana” devi andare oltre, raggiungere il loro spazio adriatico, concentrando la lente della tua attenzione, come ha fatto Riccardo con il suo viaggio-lavoro raccolto in questo volume, sull’ossigeno ma anche la nostra sacra, maledetta e feroce anidride carbonica. Solo lì ascolterai una piccola radio, ed Elvis canterà per te “Can’t help fall in love” – l’ha cantata per me, un giorno, a Pescara, su una spiaggia deserta all’alba – e ti suggerirà la possibilità di una nuova seduzione, quella che porterà la voglia di restarci, solo un po’ di più. (Giulia Cavaliere)