Per tutti noi, accecati dai frammenti di miliardi di luci artificiali (o ALAN: Artificial Light At Night), il cielo notturno è diventato una tela sporca, un fenomeno sconosciuto. L’83% della popolazione mondiale non ha mai visto la Via Lattea, la galassia che chiamiamo casa. E in città come Shanghai, dove di recente è stato aperto il più grande museo di astronomia del mondo, il novantacinque per cento delle stelle è ormai invisibile a occhio nudo. L’illuminazione pubblica, le finestre, i lampioni e persino i fari a LED emettono luce a spettro blu che abbaglia l’ecosistema notturno e danneggia il ciclo circadiano umano, la nostra interazione endocrina di sonno e veglia, favorendo l’insorgenza simultanea di malattie come il cancro al seno e alla prostata, il diabete e depressione. Gli epidemiologi sono concordi nel considerare la scomparsa della notte un fattore di rischio al pari di inquinamento, alcool e fumo. “Chiediamo alla Commissione di mettere in atto un piano ambizioso per ridurre in modo significativo l’uso della luce artificiale esterna entro il 2030”, ha scritto con toni allarmati il ​​Parlamento europeo, nel suo documento intitolato Biodiversity Strategy 2030: Bringing nature back into our lives. Non c’è solo luce sulla Terra ma anche lassù: la proliferazione dei satelliti per le telecomunicazioni crea false striature cosmiche che impediscono agli astronomi di studiare la volta celeste. E la stessa vita naturale sembra essere stata duramente colpita: gli uccelli migratori deviano dalla rotta, le foglie delle piante non avvertono più l’arrivo dell’inverno e molti insetti rischiano l’estinzione: ecco perché difendere l’oscurità rappresenta l’avanguardia nella battaglia ecologica in corso per scongiurare l’apocalisse . Protege Noctem è un progetto di documentazione che racconta l’alleanza non ufficiale tra scienziati e cittadini per contrastare la scomparsa della notte e delle sue creature. Dio, proteggi lo scintillio dell’infinito, ovunque si trovi.