Continuo infinito provvisorio è un racconto per immagini della biografia dell’artista. Continuo è quello che accade, in un flusso permanente, messo a confronto con l’esistenza finita dell’artista. Infinito con riferimento alla ricerca che l’artista sente necessaria e che, però, non arriva a un compimento, a una verità. Provvisorio come l’essere umano che subisce o accoglie imprevedibili e varie possibilità di esistenza.
Il libro mette in relazione due diversi gruppi di immagini e livelli di narrazione. Da un lato il quotidiano rappresentato attraverso spazi chiusi e interni, insieme a luoghi, persone e oggetti intimi, familiari: le tende di una casa, il bosco preferito per le passeggiate solitarie, un piccolo origami, regalo del figlio, nel palmo della mano. Dall’altro l’universo o alcune visioni di spazi celesti così percepite dall’artista, ma in realtà a lui prossime, create all’interno di una stanza o su un vetrino di microscopio: un gruppo di stornelli in volo, le pareti rilucenti di una cava che ricordano scie di razzi spaziali, la polvere sospesa di una soffitta che sembra una costellazione.
L’ esistenza dell’artista fa da comune denominatore e da significante ai due gruppi di immagini che dialogano tutto il tempo e nello spazio
Una nota riguarda la scelta dei nomi dati alle immagini. Alcuni, esotici ma altrettanto reali, parlano di Baikonur e richiamano all’immaginario collettivo la conquista dello spazio. Altri invece si riferiscono alla vita privata dell’autore.
Nel libro, ripiegata e inserita tra le pagine, si trova una piccola fotografia di un pulviscolo cosmico, tratta dal repertorio della N.A.S.A.: l’immagine zero che ha ispirato l’artista e che lo ha accompagnato nella realizzazione del progetto che viene restituita come un presente al lettore.