Fable ci invita a cercare in tutto il rovesciamento del conosciuto, a invocare vertigini, eccesso, irragionevolezza, per riconnetterci con la natura e l’illimitatezza, in un confronto brutale con ciò che è. Il gesto fotografico tende qui al viscerale e all’origine. È una meditazione fotografica sulla dualità dell’essere umano, tra elevazione e crudeltà, tra contemplazione ed esperienza, tra umiltà e hybris. (Elie Monferier) Per Elie Monferier, [il] fotografo non ha l’ambizione di fermare il corso del mondo. Al contrario, lo sperimenta, lo confronta costantemente. In ogni momento, unisce la sua esperienza e la sua percezione in una tensione impossibile, da cui la fotografia risulta e testimonia. La fotografia è materia prima che, scaturendo dalla sua incapacità di cogliere la realtà, ci conduce verso l’astrazione del pensiero e ci invita a sondare l’ambiguità che la nostra condizione umana porta fuori da ogni situazione e da ogni atto.