In)Absentia in uno dei suoi tanti ‘sensi’ ricolloca e reinterpreta il passato spingendolo (o tirandolo) quasi violentemente, rozzamente, nello squilibrio macchiato e modellato e nell’esilio infestato del presente. Fotografato a Bangkok una notte su un rullino di un solo uomo in particolare nel 1995, come parte frammentaria dell’introduzione del libro (e nel contesto). Olivier Pin-Fat scrive: ‘Questo momento mori. Questo uomo caduto. Rompere di nuovo la sua forma per adattarsi. Dopo aver fotografato ‘l’uomo caduto’ non ricordo nient’altro di quella notte. Ho girato 37 fotogrammi di lui appena fuori dal bar in cui ero stato. Ho elaborato quel rullino settimane, se non mesi dopo, dimentico esattamente, ma sarebbe stato con una serie di altri film in modo da poterli fare tutti in un intensa sessione. Ho stampato un provino, ho messo i negativi insieme a questo in una busta marrone e l’ho etichettato senza pensarci ‘l’uomo caduto-95’ senza prestargli molta attenzione. L’ho conservato da qualche parte e l’ho dimenticato per anni, per decenni. È stato solo alla fine del 2019 che ho deciso di stampare l’intero rotolo inedito per la prima volta nella mia camera oscura, fotogramma per fotogramma solitario, tutto in una strana sequenza. Frame da 1 a 36 più quello in più alla fine del rotolo. Un ‘anti-modifica’. Una modifica per non avere modifiche. Tutto incluso. Ho pensato e guardato in modo subliminale a questo provino a contatto per alcuni anni e ho utilizzato l’intera stampa corrosiva e macchiata di sostanze chimiche a volte come un pezzo unico per alcuni progetti disincarnati insieme ad altri lavori da me, per Bruxelles, Atene e così via, ma mai con un’attenzione singolare specificatamente su stampe singolari realizzate da ogni singolo fotogramma di quell’uomo precipitato in quella notte strana e singolarmente schiantata. 25 anni dopo. Era crudo’.