“[Lunario] sancisce l’impossibilità di classificare Guidi come un fotogrago ‘di genere’… dà la misura dell’orizzonte culturale di cui è capace Guidi e ha la forza di una lectio magistralis.” – Il Foglio
Un progetto composto da diversi decenni, Lunario di Guido Guidi prende il nome da un tradizionale almanacco contadino per riunire diversi filoni di lavoro tutti legati alla luna. Distorsione, sperimentazione e illusione informano i primi lavori di Guidi della fine degli anni ’60 e dei primi anni ’70, ulteriormente sviluppati dall’introduzione di un obiettivo fish-eye. La forma fisica della luna riecheggia in tutte le opere: nel volto di una donna, o nel gioco della palla di un bambino intrappolato tra luce e ombra. I paesaggi aridi e lunari di Guidi lasciano il posto negli anni ’80 alle fotografie a colori, che culminano tutte nella drammatica eclissi solare parziale dell’11 agosto 1999.

In Lunario, Guido Guidi torna alla luna come fonte di ispirazione stilistica e tematica: simbolo di malinconia e follia, mutevolezza e costante richiamo alla caducità della quotidianità.