Oscura Camera è il catalogo della mostra antologica di Sergio Scabar presso i Musei provinciali di Gorizia – Palazzo Attems Petzenstein (28 giugno -13 ottobre 2019) curato e pubblicato da studiofaganel.
Il libro riproduce quasi 300 fotografie e si sviluppa seguendo l’andamento cronologico del lavoro di Scabar, in cui si possono distinguere due fasi: una prima en plein air, di reportage, e una successiva più sperimentale e riflessiva, dagli anni ’90 in poi. Nel reportage, Scabar crea serie d’immagini, dove l’inquadratura rimane fissa e sono gli oggetti e le persone a scorrere davanti all’obiettivo. A questa fase appartiene la serie ‘Interno di un interno di un ospedale psichiatrico’ che Scabar ha scattato nel 1976 all’interno dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, luogo della sperimentazione della rivoluzione di Franco Basaglia.
Dalla fine degli anni ‘80 la sua produzione si fa più concettuale, abbandona gli esterni, si concentra sugli oggetti e le loro caratteristiche e sulla tecnica di stampa. Dalla fine degli anni ’90, la natura morta diventa centrale nel suo lavoro: la cosa che è di suo particolare interesse è l’interazione tra oggetti e la luce in condizioni minime e la rappresentazione di questa relazione.
Scabar definisce, dopo anni di sperimentazioni, una tecnica di ripresa e stampa ‘alchemica’ che gli consente di ottenere, in esemplari unici, risultati particolari in termini di tonalità opache scure, che sono il suo inconfondibile segno distintivo. L’artista si avvale di una ricerca di formati fuori standard, come dimostrano anche le cornici, manufatti realizzati a mano.
Il libro si presenta come una scatola nera, la ‘camera oscura’, ha il dorso tondo e la rilegatura olandese, a ricordare i libri antichi ricercati e fotografati dall’artista, e poi avvolto in una carta nera come l’artista conservava ogni sua opera in una stoffa nera. Nel libro si trova un inserto: una fotografia di una parete dello studio dell’artista su cui per anni ha raccolto e attaccato i suoi riferimenti culturali che spaziano dalla fotografia al cinema, alle arti visive, alla musica, mescolate ad articoli di mostre, ricordi e foto familiari.