Molto apprezzato per i suoi ritratti in bianco e nero, Mark Steinmetz è rinomato per la produzione di immagini potenti che catturano il forte senso di spostamento e isolamento provato da molti giovani americani. La sua celebre trilogia “South” (composta da South Central, South East e Greater Atlanta) è stata pubblicata da Nazraeli Press tra il 2007 e il 2009 e offre uno sguardo lirico ed evocativo alla cultura americana e alle nozioni di progresso.
Siamo lieti di annunciare una nuova edizione rimasterizzata di questi tre importanti titoli. Il formato, la sequenza e il design sono fedeli alle stampe originali. I materiali, tuttavia, sono stati aggiornati; i libri sono ora rilegati in tela sopra cartone e stampati in quadratone su una speciale carta patinata opaca.
Da tempo fuori stampa, South Central, South East e Greater Atlanta sono stati obiettivi sfuggenti per molte biblioteche. Questa versione rimasterizzata sarà una gradita aggiunta a qualsiasi buona libreria di libri fotografici.

Progettato come libro di accompagnamento alla sua monografia acclamata dalla critica South Central, Mark Steinmetz qui rivolge la sua attenzione ad Atene e Atlanta, New Orleans, Memphis e East Tennessee, e le strade intermedie.
Molto apprezzato per i suoi ritratti in bianco e nero, Steinmetz è rinomato per la produzione di immagini potenti che catturano il forte senso di spostamento e isolamento che è sentito da molti giovani americani. Il suo lavoro è nelle collezioni del Museum of Modern Art, del Metropolitan Museum of Art, del Whitney Museum of American Art, dell’Art Institute of Chicago e del Los Angeles County Museum of Art. South East si apre con un’introduzione di Peter Galassi, ex capo curatore del Dipartimento di Fotografia del Museum of Modern Art di New York.
“Mark Steinmetz lavora in una venerabile tradizione di esplorazione fotografica che punta tutto sull’ordinario. Ogni foto è il frutto di un incontro non pianificato: anche se il fotografo può sapere più o meno dove sta andando, non può sapere esattamente cosa troverà. Un accumulo di queste percezioni improvvisate può creare sia un mondo che un modo di vederlo”. — dall’Introduzione di Pietro Galassi