Nel 2017, nel remoto sud-est dell’Australia, un uomo ha chiamato la polizia e ha riferito di aver ucciso più di 400 aquile negli ultimi due anni su istruzione del suo capo. La copertura giornalistica del processo penale per questo atto è stato il punto di partenza per l’artista Matt Dunne per esplorare la più ampia uccisione deliberata dell’Aquila dalla coda a cuneo. Il libro di Matt Dunne “The Killing Sink” è in parte un vero crimine e in parte un atto pubblico di lutto per ciò che è stato perso.

Ogni fotografia nel libro di Dunne ritrae un luogo in cui sono state uccise le aquile, gli animali stessi o gli strumenti della loro distruzione. Le immagini sono in bianco e nero, echeggiano il distacco e l’imparzialità della fotografia della scena del crimine. Il titolo del libro è tratto dal termine “killing sink”, che è un’area creata quando un animale territoriale viene ucciso e, di conseguenza, altri della stessa specie vengono attratti dal luogo. I nuovi arrivati ​​vengono successivamente uccisi e viene stabilito un ciclo di uccisioni. Collettivamente, le fotografie nel libro di Dunne intrecciano gli uccelli con l’intenzione, la psicologia e la storia dell’atto della loro scomparsa creando una testimonianza visiva.

Le aquile dalla coda a cuneo sono il più grande rapace d’Australia, con un peso fino a cinque chilogrammi e un’apertura alare fino a 120 cm. Sebbene sia attualmente una specie protetta dal National Parks and Wildlife Service, in passato alcuni stati offrivano ricompense per le loro carcasse e si stima che più di 300.000 siano state uccise nei decenni precedenti la fine degli anni ’60. Il crimine che originariamente ha ispirato il progetto di Dunne ha registrato meticolosamente le indagini sulla perdita di vite umane.

Lungi dall’essere isolato, questo crimine, in cui le aquile vengono intrappolate, uccise a colpi di arma da fuoco, avvelenate e uccise, è spesso ripetuto in tutta l’Australia con grandi distanze e luoghi remoti che nascondono queste azioni da occhi indiscreti. Sebbene il fulcro di “The Killing Sink” sia una specie, la distruzione delle specie autoctone negli interessi agricoli è globale. Il libro alla fine chiede ‘cosa abbiamo scambiato? Come potrebbe mai valerne la pena?