Ogni donna eredita due cromosomi X, uno dei quali può essere paterno. Alba Zari utilizza il mezzo della fotografia come metodo visivo di indagine scrivendo appunti di autoanalisi per ricercare il padre che non ha mai incontrato. Il mancante Y. Zari interpreta la fotografia come la poetica della sua ricerca. Documenta con rigore scientifico e in tempo reale attraverso specifici linguaggi fotografici. Ha alcuni indizi su suo padre: il suo nome, la nazionalità irachena e il suo lavoro all’Emirates Airlines. Cresciuta a Bangkok, a 25 anni scopre di non avere lo stesso sangue thailandese del fratello. Studia con il metodo della fisionomia il suo album di famiglia per identificare le caratteristiche che non appartengono al codice genetico materno e che per il processo di esclusione potrebbero essere tracce del padre. Ha fatto il test del DNA delle sue origini ancestrali. Raccoglie tutti i documenti ufficiali e rileva un padre legale americano, Zari lo contatterà e lo raggiungerà. Infine punta l’obiettivo su se stessa per ricostruire, dai lineamenti del suo viso, l’avatar 3D di suo padre. Adesso può immaginare suo padre, decide di farlo vivere on line e di ricercarlo con l’identificazione visiva dei social network. Alba utilizza il mezzo fotografico come indagine analitica e linguaggio artistico con cui supera la lacuna della Y e ne accetta l’assenza.(Francesca Seravalle)