studiofaganel
finissage: venerdì 13 settembre 2019 ore 18.30, Giulia Iacolutti in dialogo con Daniele Capra
Casa Azul è parte di un’indagine socio-visiva sulle storie di vita di cinque donne trans imprigionate in uno dei penitenziari maschili di Città del Messico. Casa Azul è anche un libro d’arte pubblicato a giugno 2019 grazie ad una collaborazione italo-francese delle case editrici studiofaganel e The(M) éditions, Parigi.
La mostra ha presentato il progetto Casa Azul, una serie di immagini stampate in cianotipia, un’antica tecnica di stampa, caratterizzata dal colore blu di Prussia, abbinate a delle fotografie al microscopio di cellule prostatiche sane trattate in rosa.
La scelta di usare il binomio di colori blu-rosa si ripete anche nella concezione e nel design del libro.
La riduzione a due colori, oltre a richiamare un vecchio stereotipo di genere, da un lato consente di raccontare in modo diretto ed essenziale la divisione e lotta interiore provata dalle detenute.
Se il blu evoca l’apparenza e l’identità imposta, le detenute sono costrette a indossare abiti blu in carcere (da qui l’appellativo ‘la casa blu’ dato al carcere), il rosa si riferisce all’interiorità, all’essere e all’autodeterminazione.
Dall’altro pone implicitamente alcune domande allo spettatore, sulla possibilità di poter semplificare, spiegare ed etichettare gli individui e le loro vite con soli due colori.
Nella mostra sono stati presentati anche i materiali raccolti e prodotti dall’artista durante la ricerca sviluppata in Messico: i provini di stampa dei primi ritratti, le interviste realizzate durante gli incontri nel penitenziario, taccuini di appunti, alcuni tentativi di libro in diversi formati campioni di stoffe e carte per il primo dummy. A questi si sono aggiunti, nell’assetto espositivo, anche alcuni audio originali delle interviste registrate durante la ricerca.
Quello che Iacolutti ha realizzato con Casa Azul è un progetto complesso, che sarebbe riduttivo chiamare fotografico, fatto di molte fasi e approcci: il momento degli incontri con le detenute, volto a stimolare in loro la voglia di raccontare le loro storie drammatiche; la fase più specificatamente fotografica con la realizzazione dei ritratti delle donne e gli still life degli oggetti femminili, tanto importanti per le trans in un luogo maschile, e con i processi di stampa in camera oscura; il lavoro narrativo e grafico per riuscire a esprimere e sintetizzare la ricerca in un libro; infine quello divulgativo nell’intenzione viva e costante che ha l’artista di far conoscere una lotta identitaria che seppur riferita a dei veri e propri ‘ultimi’, ai margini per più di una ragione, può assumere valenza universale.
In occasione della chiusura della mostra Casa Azul, Giulia Iacolutti sarà in dialogo con Daniele Capra.
Daniele Capra è critico d’arte e curatore indipendente.