Echo è il racconto di un viaggio che prende le mosse da territori noti, rassicuranti e a misura d’uomo, intrapreso con la voglia di sciogliere legami antichi. I luoghi di destinazione, le montagne, immensi e lontani, in verità esistono seppur nella fervida immaginazione dell’artista.
Il mondo di partenza è reale, rappresenta il presente e il passato, mentre il luogo di arrivo è una metafora, una visione e tensione verso il futuro. Il viaggio narrato è pertanto una celebrazione del processo creativo artistico, un percorso non sempre lineare e privo di fatiche, di difficoltà, di ostacoli, di ripensamenti.
Il libro si apre con alcune immagini di pietre e sassi ammassati in una cava. L’artista ne sceglie alcuni, li isola e li fotografa, ne prende le misure e le scrive accanto alle immagini. Sono frammenti e detriti di montagne, sono parti di montagne e, come dei moduli, le riproducono e le rappresentano. Sono quasi degli amuleti che l’artista decide di portare con sé nell’intraprendere il viaggio e gli rammentano la meta da raggiungere e trovare, la montagna madre di quel frammento.
Il cammino dell’artista è rappresentato dall’immagine di un piede scultoreo, nudo e polveroso, che allude alla fatica del viaggio e alla necessità di abbandonare tutte le comodità del mondo contemporaneo.
In alcuni punti della narrazione ci sono diverse pagine strappate, ma sul bordo è ancora leggibile e riprodotta una vecchia mappa escursionistica di montagna. Al posto della mappa che non c’è più, si ritrova invece una pagina ripiegata come una mappa che una volta aperta rivela l’immagine di una catena montuosa inventata dall’artista. Le immagini delle montagne, soprattutto quelle in forma di mappe, ci suggeriscono che in questo viaggio in cui si è alla ricerca di sé e dell’armonia con la natura, l’unica guida affidabile è l’immaginazione.
Le montagne in tutta la narrazione sono rappresentate da uno stesso punto di ripresa, esse si mantengono ad una certa distanza che sembra impossibile da colmare. Una distanza che l’artista reputa però rilevante per esprimere i ruoli, le grandezze, le diversità tra uomo e natura. Una distanza che è anche la condizione necessaria alla formazione del fenomeno dell’eco. L’artista seppur in solitudine può ritrovare la sua voce generata nel vuoto tra sé stesso e le montagne, può quindi ritrovare sé stesso.
Il libro è accompagnato da un testo poetico che si conclude con questi versi:
Adesso che sono nella natura, che sono natura,
non sento più nemmeno il mio dolore.
Mi sento un uomo migliore.
Sono arrivato dove il cielo e la terra si toccano.
Qui tutto finisce e tutto inizia.
Sara Occhipinti
Fotografie: Roberto Kusterle
Concept: Roberto Kusterle, studiofaganel
Testo: Sara Occhipinti
Traduzione: Paola Cuffolo
Design: Andrea Occhipinti
Editore: studiofaganel, aprile 2019
Stampa: Grafiche Antiga, Crocetta del Montello (TV)
Carte: Ecopaper Magno Volume 115 g, Cyclus Offset 70 g, Fedrigoni Sirio Color Pietra 140 g; Cover Manifattura del Seveso Assuan Granate 5028
Pagine: 61
Dimensione: 17 x 24 cm
Inserto: 5 fotografie di dimensione 35 x 57 cm
Tiratura: 250 trade edition + 25 special edition con una fotografia originale numerata e firmata da Kusterle cm 10 x 10
Lingua: Italiano, Inglese
ISBN: 978-88-943821-3-6
Prezzo: € 50 trade edition, € 150 special edition
Biblioteche, Collezioni: Biblioteca Statale Isontina, Gorizia; Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Artphilein Library, Lugano; The Photo Museum Maribor, Maribor (Slovenia); Gabriela Cendoya Bergareche collection (Spagna), OstLicht Gallery Library, Vienna
Esposizioni: Castelnuovo fotografia 2020, Photobook Maribor 2020, Foto Wien 2022